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Emergenza Covid-19: in ginocchio il comparto riabilitativo e sociosanitario privato. Istituito un gruppo di crisi Attualità Politica 

Emergenza Covid-19: in ginocchio il comparto riabilitativo e sociosanitario privato. Istituito un gruppo di crisi

L’intero comparto riabilitativo da oggi è rappresentato da un Gruppo di Crisi per dialogare e collaborare con i vertici regionali del sistema sanitario e spiegare la grave situazione emergenziale che vive la quasi totalità dei Centri di riabilitazione ambulatori, semiconvitti e centri diurni, delle RSA (residenze sanitarie assistenziali) per anziani e disabili, delle SUAP, SIR ed HOSPICE e dei Presidi ambulatoriali di FKT.

Le associazioni AIAS, AISIC, ANFASS, ANPRIC, ARIS, CONFAPI e NOVA Campania si auspicano una fattiva collaborazione con l’Unità di Crisi regionale anche se al momento la Regione Campania non ha accolto la richiesta di audizione avanzata. Eppure si dovrebbero tenere in forte considerazione gli sforzi organizzativi messi in campo dal privato accreditato, naturale propagine del sistema sanitario pubblico regionale. Nel caso poi della riabilitazione e dell’assistenza sociosanitaria, il settore accreditato privato è addirittura integralmente sostitutivo, erogando livelli essenziali di assistenza che la sanità pubblica non eroga.

Per quanto attiene i centri di riabilitazione, del semiconvitto e centri diurni in regime di semiresidenzialità della Campania abbiamo fatto il punto con Antonio Gambardella (nella foto in alto), componente del Gruppo di Crisi: “Nei centri di riabilitazione e presidi ambulatoriali di fisioterapia ci sono molti casi di contagio Covid-19 che hanno messo a dura prova le nostre organizzazioni aziendali. Siamo dotati di tutti i DPI necessari per svolgere il nostro lavoro in sicurezza ma nonostante ciò stiamo registrando dei casi di contagio. Effettuiamo periodicamente la sanificazioni degli ambienti, lo screening dei nostri operatori e stiamo garantendo l’erogazione dei servizi per i quali siamo accreditati che sono configurati come essenziali. Procediamo a singhiozzo nell’apertura e chiusura dei nostri settori e stiamo registrando un forte calo di presenza degli utenti. Abbiamo delle grosse difficoltà a mantenere i livelli occupazionali e se la situazione non migliora saremo costretti ad attingere alla cassa integrazione. La Regione ha fin’ora ignorato i nostri appelli a trovare forme condivise di gestione del comparto ed è per questo che ci rivolgiamo anche all’unità di crisi regionale.”

Altrettanto difficoltosa è la situazione che vivono i centri di riabilitazione con posti letto, le RSA per anziani e disabili. Per Salvatore Parisi (nella foto a sinistra), coordinatore regionale Anffas Campania bisogna “recuperare una interlocuzione istituzionale per superare le criticità del momento”. L’allarme è proprio questo, aggiunge Parisi “si vivono situazioni a dir poco drammatiche per cercare di limitare al massimo la diffusione del contagio all’interno dei reparti. Il personale, decimato dai contagi e dalle defezioni dei sanitari e parasanitari dovute alle chiamate dei bandi di concorso delle strutture pubbliche, effettua turni massacranti per sopperire a questa vitale carenza. Inoltre le strutture residenziali accreditate lamentano la difficoltà a reperire i necessari DPI e, laddove si riesca a reperirli, i costi risultano essere esorbitanti. Noi ce la stiamo mettendo tutta per non gravare ulteriormente sul sistema sanitario regionale continuando a gestire in house i nostri pazienti ma abbiamo bisogno dell’attivazione di Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) itineranti, per una collaborazione sanitaria diretta e dunque più veloce. Rivolgo un sentito ringraziamento a medici, infermieri e operatori sanitari per lo spirito di abnegazione che stanno dimostrando da oltre otto mesi ma consentitemi di ricordare il grande e silenzioso sacrificio delle persone diversamente abili che da marzo non varcano la soglia delle strutture e che vivono il loro unico contatto con il mondo e i parenti attraverso le nuove tecnologie”.







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